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Palazzo Boncompagni è social
In fondo alla sala si impone alla vista di chi entra un camino monumentale, forse disegnato da Pellegrino Tibaldi, mentre sul soffitto si trovano affrescate cinque storie della gioventù di Davide che seguono la narrazione del libro biblico del profeta Samuele. Le scene sono rappresentate come quadri a sè stanti, racchiuse all’interno di finte cornici, anch’esse dipinte sul muro.
Non si conosce il nome dell’autore degli affreschi, ma si tratta probabilmente di maestranze legate alla scuola di Pellegrino Tibaldi. Chi è curioso di approfondire le storie narrate troverà la loro breve descrizione nella pagina dedicata.
La scelta dei temi era funzionale al messaggio, le storie di re Davide erano considerate particolarmente appropriate per una dimora di proprietà dell’alto clero poiché ne esaltavano il valore, il coraggio e la fede.
La parte bassa delle pareti, sotto le superfici dipinte, che fino a pochissimo tempo fa erano ricoperte di un intonaco giallo scuro, sono state oggi riportate alla loro decorazione originaria, uno stucco veneziano di datazione cinquecentesca, più chiaro nella parte del camino e più scuro nella zona della porta di ingresso.
Non sappiamo se Ugo Boncompagni abbia mai tenuto udienze in questa sala, caratterizzata da una splendida acustica. Ma poichè le cronache del tempo raccontano che il futuro papa non avesse una voce forte, e che per questo rinunciò alla carriera universitaria, ben si può dire che la sala ne favorì l’eloquenza